domenica 27 ottobre 2013

Correre sul tapis roulant?

Correre sul tapis roulant?

corsa-su-tapis-roulantVantaggi e svantaggi

Correre sul tapis roulant può essere una valida alternativa alla corsa all’esterno?


In inverno spesso il freddo e il buio scoraggiano le uscite e si potrebbe pensare di allenarsi in una calda palestra... ma la noia? L'aria viziata?
Io personalmente amo l'aria, le stelle, il vento, i grilli, ecc. ma posso capire che in certe situazioni sia difficoltoso correre all'esterno.
In realtà non esiste una risposta generalizzata che vada bene per tutti: dimagrire con il tapis roulant è sicuramente un’ottima opzione mentre per l’allenamento specifico alla corsa sussistono diverse controindicazioni. Tuttavia nella maggior parte dei casi, la corsa all’aperto non e’ al 100% sostituibile con il tapis roulant.
Per poter capire meglio cosa intendiamo e’ importante indagare i pro e i contro dell’attrezzo, precisando che ci riferiamo ai modelli di tapis roulant motorizzati, in quanto i tapis roulant magnetici sono a nostro parere inadeguati alla pratica costante della corsa.

Partiamo nella nostra analisi evidenziando gli svantaggi del tapis roulant:
1. Correre sul tapis roulant rende la corsa “noiosa”: bisogna ammettere che la corsa all’esterno permette di variare molto di più l’ambiente di allenamento ed il paesaggio contribuendo ad alleviare il tedio e la fatica e ad aiutare quando gli allenamenti sono lunghi. Almeno fino a quando non si inventeranno un tapis 4D…;
2. Per la maggior parte delle persone, me compreso, correre sul tapis è più faticoso. Questo perché il movimento del tappeto porta indietro il piede proprio nel momento in cui l’avampiede dovrebbe spingere in avanti il corpo dell’atleta. Ne consegue un movimento che per molti utilizzatori risulta innaturale e difficoltoso, rendendo molto arduo mantenere velocità elevate. Io ad esempio fatico moltissimo a scendere sotto i 4:30 (min/km) sul tappeto, invece in strada vado una meraviglia!;
3. Correre su un tapis comporta il doversi allenare al chiuso, di solito in una palestra, dove il clima è, per la maggior parte dell’anno, più caldo rispetto all’esterno. Questo comporta maggiori problemi di dissipazione del calore e quindi determina una minor resistenza agli sforzi prolungati e/o intensi;
4. Poiché manca la spinta in avanti, si lavora di più di quadricipiti e, per evitare il contatto con il nastro, si tende a sollevare maggiormente il piede con conseguente maggior lavoro del tibiale anteriore. Molti soggetti riscontrano un maggiore senso di affaticamento;
5. A causa dell’eccessiva elasticità e ammortizzamento, la corsa prolungata tapis roulant aumenta i rischi di danni o infiammazioni al tendine d’Achille e alle ginocchia, oltre ad un maggior affaticamento muscolare nei soggetti non abituati all’attrezzo;
6. Sul tapis roulant la gestione dell’allenamento è molto più difficile; simulare i vari tipi di allenamento non è facile, a volte impossibile se l’atleta è di livello medio-alto (vedi ripetute sui 400, o simili, quasi impossibile);
7. L’estrema regolarità dell’appoggio non permette di allenare la propriocezione a dovere, mentre le gare podistiche si svolgono all’esterno per cui, in vista di un’eventuale partecipazione, occorrerebbe allenarsi almeno in parte sulla superficie prevista per la manifestazione;
8. Se non siete iscritti ad una palestra ma volete utilizzare il tapis roulant in casa vostra, dovrete prevedere un esborso non indifferente: un tapis roulant di qualità media può costare tranquillamente più di 1000 euro;

Analizziamo alcuni vantaggi del tapis roulant:
1. Correre sul tapis permettere di non essere sottoposti a pioggia, vento, neve, oltre al buio. Se posto in ambiente climatizzato rende possibile l’allenamento anche nei periodi più caldi ed afosi. Questo permette di effettuare sedute di allenamento in qualsiasi giorno dell’anno, a qualsiasi ora, in tutta sicurezza: un’ottima opzione per chi utilizza il tapis roulant per dimagrire o per chi segue tabelle di allenamento in funzione di uno specifico evento;
2. I tapis roulant sono generalmente molto ammortizzati, riducendo la severità dell’impatto sulle articolazioni rispetto all’asfalto o al cemento;
3. Una volta trovato il giusto equilibrio, correre sul tapis roulant può risultare più facile grazie alla estrema regolarità dell’appoggio (privo di dossi, pietre, buche etc.) e alla velocità costante;
4. Grazie alla possibilità di impostare precisamente la velocità, è possibile eseguire allenamenti strutturati (con diversi cambi di ritmo) anche per chi ha scarsa sensibilità alla velocità di corsa; i tappeti moderni sono inoltre dotati di programmi pre-impostati che permettono di variare l’allenamento e renderlo meno noioso;
5. La possibilità di variare l’inclinazione permette di simulare la corsa in salita anche per chi abita in zone totalmente pianeggianti, evitando inoltre il traumatismo della discesa;
6. Correndo sul tapis roulant è possibile guardare la TV o ascoltare musica, che per un principiante con scarso allenamento mentale può essere una buona fonte di distrazione dalla fatica;

In conclusione a mio avviso il tapis roulant e’ utile solo come "back-up" all'allenamento su strada e pista. Piuttosto che non allenarsi per cause avverse (neve ad esempio) si può pensare a una sessione in palestra. Ma allenarsi all'interno regolarmente può andare bene solo per lavori di tonificazione con pesi e macchine varie.
Per correre seriamente aria aperta e ancora aria aperta.

sabato 19 ottobre 2013

Per ridurre il rischio di diabete dobbiamo mangiare più frutta

Per ridurre il rischio di diabete  dobbiamo mangiare più frutta

Più «gustoso» prevenire l’iperglicemia
Mele e uva hanno antiossidanti che difendono il pancreas

La corsa fa bene, ma correre non basta, dobbiamo anche seguire una dieta mediterrane avcon tanta frutta e verdura.

mangia_fragola
Consumare frutta (e verdura) in abbondanza è una delle raccomandazioni che si sentono ripetere più spesso, la frutta, però, è anche zuccherina, e può quindi venire naturale chiedersi se questa raccomandazione possa valere anche per la prevenzione del diabete di tipo 2. Poiché dagli studi finora non era emersa una risposta chiara, alcuni scienziati, guidati da ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston (USA), hanno ipotizzato che più che la quantità di frutta, sia il tipo di frutta a influenzare il rischio di diabete di tipo 2.
Per verificarlo, in uno studio, recentemente pubblicato sul British Medical Journal on line, i ricercatori hanno esaminato i dati raccolti in ben 24 anni su più di 187 mila adulti partecipanti a tre vasti studi longitudinali. Tali studi prevedevano il monitoraggio dello stato di salute e di vari fattori legati allo stile di vita, compreso il consumo di frutta e di specifici tipi di frutta. I ricercatori hanno osservato che chi consumava almeno due porzioni alla settimana di mirtilli o uva o mele e pere aveva un rischio di ammalarsi di diabete 2 rispettivamente del 23%, del 18% e del 15% inferiore rispetto a chi ne mangiava meno di una porzione al mese. Al contrario, chi consumava una o più porzioni al giorno di succo di frutta aumentava il rischio di soffrire di diabete 2 di circa il 21% rispetto a chi ne consumava meno di una porzione alla settimana. «Alcuni tipi di frutta — commenta Gabriele Riccardi, professore di Malattie del Metabolismo, Università Federico II di Napoli — sembrano particolarmente efficaci nella prevenzione del diabete tipo 2, probabilmente in ragione degli antiossidanti che contengono.
Lo stress ossidativo, prodotto dal l’iperglicemia, danneggia la funzione delle beta cellule pancreatiche che producono insulina e quindi si genera un circolo vizioso che causa livelli di glicemia sempre più elevati. Le sostanze antiossidanti della frutta, in particolare quelle appartenenti alla famiglia dei polifenoli, tra cui le antocianine (che danno il colore blu ai mirtilli) o l’acido clorogenico (presente in mele e pere ma anche nel caffè) o il resveratrolo (contenuto nell’uva nera) hanno un’azione protettiva nei confronti delle beta cellule e favoriscono l’utilizzazione del glucosio nel muscolo. I succhi di frutta, che non hanno più la struttura compatta del frutto originario e vengono rapidamente digeriti nell’intestino tenue, generano un brusco innalzamento della glicemia che neutralizza tutti i benefici degli antiossidanti».frutta
frutta 

Insomma correte, allenatevi, ma prima e dopo fate tante merende e pasti con frutta e verdura abbondanti; il vostro pancreas vi ringrazierà.

domenica 13 ottobre 2013

Correre con continuità non fa venire

l’artrosi alle ginocchia

Una ricerca mette in discussione una convinzione consolidata: il jogging non compromette la cartilagine


correre_ginocchioI patiti del jogging possono dormire sonni tranquilli e, viceversa, chi lo sport preferisce vederlo alla televisione non ha più scuse: correre, anche su lunghe distanze come fanno i maratoneti, non comporta alcun rischio di artrosi del ginocchio. Anzi: potrebbe persino essere benefico. Basta leggere uno studio, condotto da Paul Williams del Lawrence Berkeley National Laboratory di Berkeley (California) su almeno 75mila corridori, pubblicato nel luglio scorso, per averne le prove. L’obiettivo dello studio era proprio quello di sfatare un mito: l’idea comune che carichi ripetuti sul ginocchio, uno a ogni falcata, potessero alterare la cartilagine dell’articolazione e quindi favorire l’osteoartrite.

GINOCCHIA SANE - Non è così, anche quando gli sportivi non sono più giovani e viaggiano verso la mezza età hanno meno probabilità di andare incontro a un’osteoartrite rispetto ai loro coetanei meno sportivi. A un patto, però: che le loro ginocchia siano sane in partenza. Ma la spiegazione rimaneva un mistero. Alcuni ricercatori della Queen’s University a Kingston (Ontario) hanno allora cercato di capire che cosa succede, da un punto di vista biomeccanico, quando si corre e quando si cammina. Molti medici, infatti, raccomandano ai loro pazienti, anche anziani, di camminare sia per evitare di prendere peso sia per prevenire problemi alle ginocchia. E i risultati sono appena stati pubblicati sulla rivista Medicine Science in Sport Exercise.

SENSORI SU BRACCIA E GAMBE - Ecco l’esperimento. I ricercatori hanno prima selezionato 14 corridori dilettanti (metà donne) senza problemi articolari, hanno poi collocato sulle loro braccia e gambe dei sensori capaci di monitorare i movimenti e li hanno invitati a correre e, alternativamente, a camminare lungo un percorso di circa un chilometro e mezzo lungo il quale avevano collocato rilevatori per misurare l’impatto dei piedi sul terreno. Per semplificare: i corridori «colpivano» il suolo con una forza pari a otto volte il loro peso corporeo quando correvano e pari a tre volte quando camminavano. Ma con una differenza: quando si corre, si viene a contatto con il terreno un numero minore di volte rispetto a quando si cammina e per un lasso di tempo inferiore.

SOLLECITAZIONE - Risultato netto: la sollecitazione che riceve il ginocchio durante una corsa è la stessa di una camminata, a parità di distanza. Secondo i ricercatori è questa la spiegazione biomeccanica del perché i corridori non mettono a repentaglio la salute delle loro ginocchia e del perché il jogging potrebbe essere addirittura benefico per le articolazioni. Secondo Ross Miller dell’University of Maryland, infatti, una sollecitazione ciclica della cartilagine del ginocchio ha un effetto positivo perché stimola le cellule a rigenerarsi, ma questa osservazione non è ancora sufficiente per suggerire la corsa come pratica per prevenire l’osteoartrite. Perché ci sarebbe anche un rovescio della medaglia: gli amanti della corsa possono andare incontro al cosiddetto “ginocchio del corridore”, cioè alla sindrome femoro-rotulea che provoca dolore proprio nella parte anteriore del ginocchio.
Dal Corriere.it

lunedì 7 ottobre 2013

Quattro consigli per correre sotto la pioggia (con piacere !)

Quattro consigli per correre sotto la pioggia (con piacere !)
 
woman_runner_rainL'autunno è iniziato e le giornate uggiose iniziano a far parte del quotidiano. Quando vogliamo uscire per correre la pioggia ci promette allenamenti piuttosto bagnati…
… ma per me correre sotto la pioggia è come nuotare nell'oceano: una immersione totale nella natura selvaggia che mi provoca un senso di benessere e di fusione totale con gli elementi che mi circondano. Una sensazione bellissima!
Tuttavia sentendo molte persone vicino a me i pareri sono abbastanza negativi e di stupore quando  dico che vado ad allenarmi sotto la pioggia battente.
Numerosi corridori scrutano il cielo prima di essere convinti sul principio di una seduta d'allenamento. Come se qualche goccia potesse limitare la qualità del loro sforzo ! Convivere con la pioggia ? è assolutamente possibile…
Da una piccola statistica personale risulta che l'evento atmosferico più bloccante in assoluto è la pioggia. Tale asserto è vero quanto più il soggetto è un principiante; infatti chi inizia è spesso pronto ad affrontare caldi africani (assecondando la purtroppo comune credenza che sudare fa dimagrire!), freddi polari (basta coprirsi con otto felpe!), bore da record ecc., ma la pioggia, quella no!

Il malanno… - Anche runner molto esperti e allenati temono la pioggia, vedendola come sinonimo di malanno. Non si sa in base a quale spiegazione medica, correre nella pioggia dovrebbe provocare mal di gola, raffreddori ecc. è fondamentale capire che

i malanni di stagione dipendono dalla temperatura, non dalla pioggia in sé.

In altri termini se piovesse acqua calda, nessun malanno. La pioggia però venendo a contatto con il corpo (direttamente o tramite i capi bagnati) lo bagna e l'acqua, evaporando, lo raffredda ulteriormente, aggravando la situazione termica che in inverno non è certo ottimale. L'atleta ha però un vantaggio rispetto al sedentario che casualmente si inzuppa d'acqua in una giornata con temperatura già rigida: essendo sotto sforzo, il suo corpo è già pronto a reagire a un abbassamento di temperatura con calore prodotto dall'interno. Il trucco quindi per evitare malanni non sta pertanto nel coprirsi oltremisura (anzi, è controproducente perché sudando molto, il sudore è del tutto equivalente a una pioggia "dall'interno" con lo stesso principio di evaporazione raffreddante descritto per l'evento atmosferico), ma nel non rimanere al freddo bagnati, una volta finito lo sforzo e iniziato il recupero; si consideri che il periodo in cui si ritorna in condizioni di normalità (cioè quando il corpo smette di funzionare da stufa) dipende dallo sforzo fatto: in quest'ottica il runner esperto, arrivando a intensità di sforzo maggiori rispetto al principiante, è sicuramente favorito. In genere il periodo di riequilibrio termico per uno sforzo medio non è mai inferiore a 5'; in tale lasso di tempo conviene cambiarsi (anche all'aperto), indossando abiti asciutti.

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1. Adeguare l'equipaggiamento alle circostanze
Non è necessario usare il k-way se piove moderatamente! La tenuta deve essere scelta in funzione della durata della seduta d'allenamento prevista, e dell'intensità delle precipitazioni.
Se piove ininterrottamente:
. Indossare un berretto per non essere infastiditi dalle gocce che gronderebbero dalla fronte.
. Indossare un antivento impermeabile ma traspirante (tecnico).
. Proteggere le zone di sfregamento, essere più meticolosi del solito. L’acqua appesantisce gli indumenti che, e a loro volta, diventano causa di irritazioni.
. Portare con se gli oggetti indispensabili. Prima di uscire, verificare che i soldi, la carta di credito e qualsiasi altro effetto personale, siano correttamente protetti all'interno di una tasca impermeabile.
2. Sei bagnato, e allora?
Quando si decide di correre sotto la pioggia la cosa più antipatica è bagnarsi. Quando gli indumenti e i piedi sono inzuppati d'acqua, il movimento sportivo diventa naturale.
Probabilmente ti sorprenderai, quando proverai piacere nel correre sotto la pioggia, mentre altri cercano di ripararsi.

Ricordati che non potrai scegliere le condizioni climatiche della prossima corsa. Che cosa farai se piove ? è meglio abituarsi a correre sotto la pioggia e saltare allegramente nelle pozzanghere. Ci si bagna ? E allora…

3. In caso di temporale
è possibile che il semplice acquazzone si trasformi nel corso della seduta in diluvio o peggio, in temporale. Se corri in aperta campagna e sei sorpreso dal temporale, la cosa più saggia da fare è cercare un riparo. Ferma un automobilista (facendo evidenti cenni) e chiama qualcuno per farti venire a prendere (se hai il cellulare).
Se è impossibile, non entrare nel panico. Tieniti distante dagli alberi e rannicchiati per diventare più piccolo possibile : il fulmine colpisce sempre i punti alti.
4. Una volta al riparo…
Dare prova di buon senso e spogliarsi prima possibile per evitare di tenere addosso gli indumenti bagnati. Prenditi cura dei piedi e delle scarpe (in questo ordine).

Verificare che tu non abbia alcuna vescica: la pioggia può a volte ammorbidire l'epidermide e causare la comparsa di piccole piaghe. A proposito delle scarpe : togliere la soletta interna – la soletta amovibile – per farla asciugare separatamente.

L’accumulo di umidità può essere la causa di cattivi odori ma anche di una deformazione della scarpa. Una tecnica antica, consiste nel mettere carta di giornale dentro la scarpa per accelerare l'asciugatura.

è importante imparare a superare la difficoltà passeggerà dei primi ettometri. La pioggia debole o moderata, non deve dissuaderci dal correre. 
Buon allenamento !